Crescono le evidenze sul ruolo neuroprotettivo dei polifenoli, in grado di prevenire l’ictus ischemico o di accelerare il recupero di chi lo ha subito. A riepilogarle ci ha pensato una review da poco pubblicata su Nutrients dove i ricercatori hanno passato in rassegna oltre 80 studi sperimentali ed epidemiologici sull’argomento, passando poi a una serie di test condotti con un supplemento specifico.
La prof.ssa Pizzi, ordinario di Farmacologia all’Università degli studi di Brescia, afferma che sono due le azioni principali di un possibile effetto protettivo dei polifenoli a livello cerebrovascolare. La prima riguarda il sistema cardiovascolare: molti polifenoli sono dotati di attività anticoagulante e antipiastrinica, prevenendo la possibile formazione di trombi, causa principale dell’ischemia cerebrale. Inoltre, alcune di queste molecole hanno la capacità di ridurre l’ipertensione, importante fattore di rischio per l’emorragia cerebrale. La seconda azione esercitata dai polifenoli è la neuroprotezione, che non si esplica solamente attraverso un’azione diretta sui neuroni, ma anche tramite un effetto sulle cellule che modulano l’infiammazione a livello cerebrale, quali microglia e mastociti.
Questi numerosi lavori scientifici hanno analizzato l’effetto dei polifenoli in modelli pre-clinici di ictus cerebrale. Decine di composti si sono mostrati efficaci sia in modelli cellulari che in modelli animali di ictus. Un aspetto interessante di queste ricerche è che molte delle molecole testate hanno promosso un effetto benefico non solo quando somministrate prima dell’insorgenza dell’ictus, ma anche quando il danno cerebrale era già stato indotto. Questo suggerisce un potenziale uso dei polifenoli non solo in ambito preventivo, ma anche in una fase di riabilitazione post-ictus.
A fronte della moltitudine di risultati promettenti ottenuti nei modelli pre-clinici, al momento mancano ancora dati conclusivi sull’effetto dei polifenoli a livello cerebrovascolare sull’uomo. I polifenoli, infatti, vengono generalmente assunti non come composti isolati, ma come componenti nella dieta. La variabilità della quantità di polifenoli nel cibo, l’interazione dei polifenoli tra di loro o con altre molecole, l’effetto del microbiota sulla biodisponibilità di queste molecole, sono tutti fattori che rendono lo studio di queste molecole sull’uomo estremamente complesso. Ciononostante, i dati attualmente disponibili sull’uomo sono incoraggianti e associano il consumo di cibo ricco in polifenoli con una minore incidenza di malattie cardiocircolatorie e ictus.
I polifenoli più promettenti sono tre: resveratrolo, quercetina ed epigallocatechina-3-gallato. Il resveratrolo si trova in varie fonti di origine vegetale, soprattutto nelle bucce dell’uva rossa, nel succo d’uva, nelle arachidi, nel gelso, in alcune erbe cinesi e nel cacao. La quercitina è un flavonoide ubiquitario presente in una grande varietà di frutti (mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco), verdure (pomodori, cipolle, broccoli, capperi), bevande (tè e vino rosso) ed estratti erboristici. L’epigallocatechina-3-gallato è il polifenolo più abbondante nel tè, in particolare il tè verde.
Alla luce ti quanto detto, conclude la prof.ssa Pizzi, l’assunzione regolare di cibi ricchi in polifenoli, quali vari tipi di frutta e verdura, è senz’altro positiva e può contribuire a mantenere in salute il nostro sistema cardio- e cerebrovascolare. A livello scientifico, sono necessari più trial clinici sull’uomo atti a valutare l’efficacia dei polifenoli più promettenti emersi dagli studi su modelli pre-clinici di ictus.
Fonti: Nutrienti e supplementi